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MENSAJE

DOMUS SANCTAE MARTHAE

JESÚS CAMBIÓ LA HISTORIA: RESTAURÓ DIGNIDAD DE LAS MUJERES

Mujeres víctimas de la «filosofía del descarte», forzadas a «vender su dignidad por un puesto de trabajo», obligadas a prostituirse en la calle, propuestas como «objeto de deseo» en los periódicos, en la televisión e incluso en los supermercados para promocionar un producto. Es el sistema de «pisotear a las mujeres porque son mujeres» y no considerarlas como personas, están ahí para que todos las vean; y enseñaría mucho una «peregrinación nocturna» a través de las calles de la ciudad donde solo se les pregunta a las niñas: « ¿cuánto cuesta?». Con esta fuerte denuncia el Papa Francisco – en la misa celebrada en Santa Marta el día viernes 15 de junio - realzó la enseñanza de Jesús que cambió la historia y restauró la plena dignidad de las mujeres, exaltó de nuevo a todos los que eran «despreciados, marginados, descartados»

A continuación texto en italiano.

                            PAPA FRANCESCO
            MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA 
                        DOMUS SANCTAE MARTHAE
            La dottrina di Gesù sulla donna cambia la storia
                                                                                Venerdì, 15 giugno 2018
                                                                                da: L'Osservatore Romano

Donne vittime della «filosofia “usa e getta”», costrette a «vendere la dignità per un posto di lavoro», obbligate a prostituirsi per strada, proposte come «oggetto del desiderio» sui giornali, in tv e persino nei supermarket per piazzare un prodotto. Il sistema di «calpestare la donna perché donna» e di non considerarla una persona è sotto gli occhi di tutti; e insegnerebbe molto un «pellegrinaggio notturno» per le strade della città dove alle ragazze si chiede solo: «quanto costi?». Con questa fortissima denuncia Papa Francesco — nella messa celebrata venerdì 15 giugno a Santa Marta — ha rilanciato l’insegnamento di Gesù che ha cambiato la storia e ridato alla donna piena dignità, risollevando tutte quelle che erano «disprezzate, emarginate, scartate».

Per la sua riflessione il Pontefice ha preso le mosse dal passo evangelico di Matteo (5, 27-32) proposto dalla liturgia: «Il Signore sembra forte, anche radicale, quando dice: “chi guarda una donna con cuore possessivo, con cuore sporco, è un adultero” e poi “chi ripudia la moglie, la lascia da sola, la butta sul mercato dell’adulterio”».

Queste parole, ha fatto presente Francesco, sono state «dette in una cultura nella quale la donna era di “seconda classe” — per dirla con un eufemismo — neppure di seconda, era schiava, non godeva neppure della piena libertà». Quelle di Gesù «sono parole forti, parole che cambiano la storia». Davvero, ha insistito il Papa, «la dottrina di Gesù sulla donna cambia la storia». E così «una cosa è la donna prima di Gesù, un’altra cosa è la donna dopo Gesù». In sostanza, ha osservato il Pontefice, «Gesù “dignifica” la donna e la mette allo stesso livello dell’uomo, perché prende quella prima parola del Creatore: tutti e due sono “immagine e somiglianza di Dio”, tutti e due; non prima l’uomo e poi, un pochino più in basso, la donna; no, tutti e due». Tanto che, ha rilanciato Francesco, «l’uomo solo senza la donna accanto — sia come mamma, come sorella, come sposa, come compagna di lavoro, come amica — non è immagine di Dio».

E ancora, ha confidato il Papa, nel passo evangelico di Matteo c’è «una parola» che «mi ha toccato il cuore: chiunque guarda una donna per “desiderarla”» ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. «Questa parola è tanto attuale» ha riconosciuto il Pontefice. Perché «nei programmi televisivi, nelle riviste, nei giornali, si fanno vedere le donne come un oggetto del desiderio, di uso, come una parte del supermarket: questo si può comprare, questo si può usare».

In tal modo, ha aggiunto, le donne «sono oggetto e per vendere, forse, una speciale specie di pomodori» viene usata «una donna, lì, come oggetto di desiderio: umiliata, senza vestiti, perché la donna è diventata, anche oggi, un oggetto di uso». E «quell’insegnamento di Gesù, che “dignificò” la donna e ci ha fatto ricordare che con l’uomo erano immagine e somiglianza di Dio, col tempo cade un’altra volta».

Francesco non ha mancato di far presente che «ci sono città, ci sono culture, ci sono Paesi dove le donne ancora sono schiave, non possono fare questo, non possono fare quell’altro». Ha però ricordato che non serve andare «tanto lontano: rimaniamo qui, dove noi abitiamo, guardiamo la tv, e le donne ancora sono oggetto di uso; peggio, sono oggetto di quella filosofia usa e getta. Sembra che non siano persone».

«Rigettare la donna è un peccato contro Dio creatore — ha insistito il Papa — perché senza di lei noi maschi non possiamo essere immagine e somiglianza di Dio». Oggi, ha affermato, «c’è un accanimento contro la donna, un accanimento brutto, anche latente». E senza mezzi termini ha aggiunto: «Ma quante volte delle ragazze per avere un posto di lavoro devono vendersi come oggetto di usa e getta? Quante volte?». E questo accade «qui a Roma, non è necessario andare lontano. Negli uffici, nelle ditte». Ecco che, ha proseguito Francesco, «rigettare la donna entra in questa cultura dello scarto e la donna diventa materiale di scarto: si usa e si getta».

Di più: «Cosa vedremmo se facessimo un “pellegrinaggio notturno” in certi posti della città?» si è domandato il Pontefice. E ha risposto: «Tante donne, tante migranti, tanti non migranti, sfruttati, come in un mercato. A queste donne gli uomini si avvicinano non per dire “buonasera”», ma per chiedere: «“quanto costi?”, questa è la domanda». E «noi ci laviamo la coscienza davanti a questo» dicendo che «sono prostitute». Ma «tu l’hai fatta prostituta, come dice Gesù: chiunque ripudia la espone all’adulterio, perché tu non tratti bene la donna» e «la donna finisce così, anche sfruttata, schiava, tante volte».

Rivolgendosi ai presenti Francesco ha continuato: «Ci sono donne qui: ma, voi, donne che siete qui, pensate, pensate a queste sorelle vostre, sono donne come voi, rigettate, come fossero sporcizia, ma prima usate». E dunque, ha rimarcato il Papa, quel «“pellegrinaggio notturno” ci insegnerebbe a guardare e poi dire: “io sono libera, io, donna, sono libera e queste sono schiave, schiave di questo pensiero dello scarto”». Ma, ha domandato, «quante di voi pregano per le donne scartate, per le donne usate, per le ragazze che devono vendere la propria dignità per avere un posto di lavoro?».

«Tutto questo succede qui, a Roma, succede in ogni città» ha ripetuto Francesco, ricordando «le donne anonime, le donne possiamo dire “senza sguardo”, perché la vergogna copre lo sguardo; le donne che non sanno ridere e tante di loro non sanno, non conoscono la gioia di allattare e di sentirsi dire “mamma”». Ma, ha fatto presente, c’è «anche nella vita quotidiana, senza andare in quei posti, questo pensiero brutto di rigettare la donna» come fosse «un oggetto di “seconda classe”». E per questo, ha suggerito, «dovremmo riflettere meglio» perché «facendo questo o dicendo questo, entrando in questo pensiero, disprezziamo l’immagine di Dio, che ha fatto l’uomo e la donna insieme alla sua immagine e somiglianza».

«Questo passo del Vangelo ci aiuti a pensare al mercato delle donne, al mercato, sì: la tratta, lo sfruttamento, che si vede» ha affermato il Pontefice. E ha invitato a pensare «anche al mercato che non si vede, quello che si fa e non si vede». Perché, ha ribadito, «la donna la si calpesta perché è donna». «Gesù ha avuto una mamma — ha concluso il Papa — e ha avuto tante amiche che lo seguivano per aiutarlo nel suo ministero, per sostenerlo». Inoltre «Gesù ha trovato tante donne disprezzate, emarginate, scartate: e con quanta tenerezza, con quanto amore le ha sollevate, ha ridato loro la dignità». Con questo spirito, ha aggiunto, «preghiamo» per tutte le donne disprezzate, emarginate, scartate «e anche noi facciamo come Gesù: trattiamo le donne come quello che manca a tutti gli uomini per essere immagine e somiglianza di Dio».

Traducción no oficial:

                        PAPA FRANCISCO
            MEDITACIÓN DE LA MAÑANA EN LA CAPILLA DE LA
                    DOMUS SANCTAE MARTHAE                    
        La doctrina de Jesús sobre la mujer cambia la historia
                                                                            Viernes, 15 de junio de 2018
                                                    Fuente: L'Osservatore Romano - Traducción no oficial

Mujeres víctimas de la «filosofía del descarte», forzadas a «vender su dignidad por un puesto de trabajo», obligadas a prostituirse en la calle, propuestas como «objeto de deseo» en los periódicos, en la televisión e incluso en los supermercados para promocionar un producto. Es el sistema de «pisotear a las mujeres porque son mujeres» y no considerarlas como personas, están ahí para que todos las vean; y enseñaría mucho una «peregrinación nocturna» a través de las calles de la ciudad donde solo se les pregunta a las niñas: « ¿cuánto cuesta?». Con esta fuerte denuncia el Papa Francisco – en la misa celebrada en Santa Marta el día viernes 15 de junio - realzó la enseñanza de Jesús que cambió la historia y restauró la plena dignidad de las mujeres, exaltó de nuevo a todos los que eran «despreciados, marginados, descartados»

La reflexión del Pontífice fue motivada por el Evangelio de Mateo (5, 27-32) propuesto en la liturgia: «El Señor se ve fuerte, incluso radical, cuando dice: "el que mira a una mujer con el corazón posesivo, con el corazón sucio, es un adúltero" y luego "el que repudia a su esposa y la deja sola, la arroja al mercado del adulterio"».

Estas palabras, dijo Francisco, fueron «expresadas en una cultura en la que la mujer era "de segunda clase", para decirlo con un eufemismo, ni siquiera en segundo lugar, era esclava, ni siquiera disfrutaba de plena libertad». Las de Jesús «son palabras fuertes, palabras que cambian la historia». De hecho, el Papa insistió, «la doctrina de Jesús sobre la mujer cambia la historia». Entonces, «una cosa es la mujer antes de Jesús, y otra cosa es la mujer después de Jesús». En esencia, observó el Pontífice, «Jesús "dignifica" a la mujer y la pone al mismo nivel de hombre, porque ella toma esa primera palabra del Creador: ambos son "imagen y semejanza de Dios", ambos; no antes el hombre y luego, un poco más abajo, la mujer; no, los dos». Tanto es así, repite Francisco, que, «el hombre sólo sin la mujer a su lado - tanto como madre, como hermana, como esposa, como compañera de trabajo, como amiga – no es imagen de Dios»

Y de nuevo, ha confiado el Papa, en el pasaje del Evangelio de Mateo, hay «una palabra» que «tocó mi corazón: cualquiera que mira a una mujer para “desearla "» ya cometió adulterio con ella en su corazón. «Esta palabra es muy actual», reconoció el Pontífice. Porque «en los programas de televisión, revistas, periódicos, las mujeres son vistas como un objeto de deseo, de uso, como una parte del supermercado: se pueden comprar, se puede usar».

De esta manera, agregó, las mujeres «son un objeto y para vender, tal vez, una especie especial de tomates» se utiliza «una mujer, allí, como objeto de deseo: humillada, sin ropa, porque la mujer se ha convertido, incluso hoy, en un objeto de uso». Y «esa enseñanza de Jesús, que "dignificó" a la mujer y nos hizo recordar que con el hombre eran imagen y semejanza de Dios, con el tiempo vuelve a caer».

Francisco no dejó de señalar que «hay ciudades, hay culturas, hay países donde las mujeres siguen siendo esclavas, no pueden hacer esto, no pueden hacer aquello». Pero nos recordó que no necesitamos irnos «hasta ahora: nos quedamos aquí, donde vivimos, vemos televisión, y las mujeres todavía están en uso; peor, son el objeto de esa filosofía desechable. Parece que no son personas».

«El rechazo de la mujer es un pecado contra Dios el creador - insistió el Papa - porque sin ellas nosotros los hombres no podemos ser imagen y semejanza de Dios». Hoy, afirmó, «hay una furia contra la mujer, una furia fea, incluso latente». Y en términos muy claros, agregó: « ¿Cuántas veces las niñas tienen que conseguir un trabajo como artículo desechable? ¿Cuántas veces? Y esto sucede «aquí en Roma, no es necesario ir muy lejos. En oficinas, en empresas». Aquí, continuó Francisco, «rechazar a la mujer entra en esta cultura del despilfarro y la mujer se convierte en material de desecho: se usa y se arroja».

Más: « ¿Qué veríamos si hiciéramos una "paseo nocturno" a ciertos lugares de la ciudad?», Preguntó el Pontífice. Y respondió: «Muchas mujeres, muchas migrantes, muchas no migrantes, explotadas, como en un mercado. Los hombres se acercan a estas mujeres, no para decir "buenas tardes"», sino para preguntar: “¿cuánto cuesta?”, Esta es la pregunta». Y «nosotros nos lavamos la conciencia frente a esto» diciendo que «son prostitutas». Sin embargo, «tú la has hecho prostituta, como dice Jesús: el que se divorcia la expone al adulterio, porque tu no tratas bien a la mujer» y «la mujer termina incluso explotada, esclavizada, muchas veces»

Dirigiéndose a los presentes, Francisco continuó: «Aquí hay mujeres: pero ustedes, mujeres que están aquí, piensen, piensen en estas hermanas vuestras, son mujeres como ustedes, rechazadas, como si estuvieran sucias, ya fueron usadas». Y entonces, el Papa comentó, que el “paseo nocturno "podría enseñarnos a mirar y luego decir: "Yo soy libre, yo soy mujer, soy libre y estas son esclavas, esclavas de este pensamiento del descarte”» Pero, preguntó, « ¿cuántas de ustedes oran por las mujeres descartadas, por las mujeres usadas, por las niñas que tienen que vender su dignidad para conseguir un trabajo?»

«Todo esto sucede aquí en Roma, sucede en todas las ciudades», repitió Francesco, recordando «las mujeres anónimas, las mujeres que hablan "sin mirar ", porque la vergüenza cubre la mirada; mujeres que no saben cómo reírse y muchas de ellas no saben, no conocen la alegría de amamantar y que les digan “mamá"». Pero, un hecho presente, "incluso en la vida cotidiana, sin ir a esos lugares, es esta fea idea de rechazar a la mujer» como si fuera un "objeto de segunda clase"». Y para ello, sugirió, «debemos reflexionar mejor», porque «haciendo esto o diciendo aquello, viene este pensamiento: despreciamos la imagen de Dios, que ha hecho el hombre y la mujer a su imagen y semejanza».

«Este pasaje del Evangelio nos ayuda a pensar en el mercado de las mujeres, el mercado, sí: el tráfico, la explotación, que vemos», dijo el Pontífice. Y nos invitó a pensar «también en el mercado invisible, aquel que se hace y no se ve». Porque, reiteró, «la mujer es pisoteada porque es una mujer».

«Jesús tenía una madre - concluyó el Papa - y tenía muchos amigos que lo seguían para ayudarlo en su ministerio, para apoyarlo». Además, «Jesús ha encontrado a tantas mujeres despreciadas, marginadas, descartadas: y con cuánta ternura, con cuánto amor las ha levantado, les ha devuelto su dignidad». Con este espíritu, agregó, «oramos» por todas las mujeres despreciadas, marginadas, descartadas «y también hacemos como Jesús; tratamos a las mujeres como aquello que falta a todos los hombres para ser la imagen y semejanza de Dios».